rappresentano, nonostante i grandi progressi compiuti dalla neurologia veterinaria
nella specie felina negli ultimi decenni, ancora un settore relativamente
poco conosciuto e che mantiene diversi aspetti oscuri o quantomeno dibattuti.
Obiettivo di questa lezione è affrontare in modo aggiornato, sistematico e
consequenziale l’approccio alle malattie infiammatorio/infettive che colpiscono
il gatto.
Nella specie felina, le malattie infiammatorie del SN sono da ascriversi soprattutto
ad eziologie virali, mentre le forme batteriche e protozoarie sono
molto più rare e le cosiddette forme “sterili”sono, a differenza di quanto avviene
nel cane, segnalate con estrema rarità.
CARATTERISTICHE CLINICHE DELLE MALATTIE
INFIAMMATORIE DEL SISTEMA NERVOSO DEL GATTO
In neurologia, la sintomatologia clinica è di norma legata alla regione neuroanatomica
colpita e, di conseguenza, i quadri sintomatologici possono essere
assai diversi in base alle strutture anatomo-funzionali interessate dal processo
patologico. È pertanto difficile tracciare un profilo sintomatologico comune
delle malattie infiammatorio-infettive in quanto, per la loro stessa natura,
possono colpire diverse strutture del SN. In presenza di malattie infiammatorie
del SN, all’esame clinico la localizzazione neuroanatomica della lesione
è di norma multifocale. Nonostante ciò, possono però essere individuati
alcuni tratti comuni a questa categoria di malattie. Da un punto di vista clinico,
le malattie infiammatorio-infettive, pur prediligendo i soggetti più giovani,
possono colpire gatti di qualsiasi età e, caratteristicamente, presentano
un esordio subacuto/acuto ed un decorso a carattere progressivamente ingravescente.
All’esame neurologico sono frequenti i reperti di alterazioni a carico
delle funzioni del tronco cerebrale, del prosencefalo e del midollo spinale.
Queste sono testimoniate rispettivamente da alterazioni dei nervi cranici, dell’andatura,
della propriocezione e dalla presenza di convulsioni, di alterazioni
del temperamento e della risposta alla minaccia.
IPOTESI CLINICHE DIAGNOSTICO-DIFFERENZIALI
In presenza di una localizzazione multifocale e del sospetto di una eziologia
infiammatoria/infettiva, le diagnosi differenziali cliniche devono prendere
in considerazione un panorama di malattie più o meno frequentemente segnalate
e di non sempre facile identificazione. Se le meningoencefaliti batteriche e protozoarie sono scarsamente rappresentate nella specie felina, altro
rilievo è rivestito dalle forme virali. In questa sede verranno descritte nei loro
tratti essenziali le principali malattie infettive del gatto, tra le quali la Peritonite
Infettiva Felina (FIP) riveste un ruolo di primaria importanza.
Peritonite Infettiva Felina
La Peritonite Infettiva Felina (Feline Infectious Peritonitis, FIP) è stata descritta
per la prima volta nel 1963, e attualmente è considerata una delle più
importanti malattie neurologiche del gatto. L’agente eziologico responsabile
della FIP è il FIPV (Feline Infectious Peritonitis Virus), ceppo mutante del
Coronavirus Felino (FCoV). Il FCoV è responsabile soprattutto di una forma
enterica benigna del gatto (Feline Enteric Coronavirus: FECV) e per molto
tempo si è pensato che esistessero due diversi tipi di coronavirus del gatto, appunto
il FECV e il FIPV. Solo in tempi relativamente recenti si è scoperto che
il FIPV rappresenta una mutazione spontanea del FECV in gatti precedentemente
infettati dal virus. La trasmissione del virus avviene di norma per via
oro-nasale, attraverso il contatto con le feci di gatti infetti da FCoV. I gatti affetti
da FIP non eliminano attraverso le feci il FCoV mutante che causa la FIP,
bensì solo FCoV.
Si ritiene dunque che la FIP di per sé non sia una malattia contagiosa bensì
un evento sporadico causato da una mutazione del virus che si è verificata
in un determinato soggetto.
Il FCoV non mutato si replica negli enterociti, causando una infezione
asintomatica o al massimo una diarrea di lieve entità, mentre la variante mutata
si replica nei macrofagi, causando la FIP. La mutazione del FCoV avviene
spontaneamente in una determinata regione del genoma. La possibilità che
il virus muti è proporzionale alla quantità di virus presente e alla sua persistenza
nell’ospite. Pertanto, tutti i fattori che aumentano la replicazione del
virus, come la depressione del sistema immunitario, la giovane età, gli stress,
le terapie con glucocorticoidi, gli interventi chirurgici, aumentano la possibilità
che avvenga questa mutazione. Non sono ancora chiariti i fattori che fanno
si che un gatto contragga la FIP mentre altri gatti, nella medesima situazione,
ne rimangano immuni. Il fattore chiave nella comprensione della patogenesi
della FIP è rappresentato dalla capacità che il virus mutante ha di replicarsi
nei macrofagi e, pertanto di diffondere ad altri tessuti.
La FIP è una malattia i cui effetti letali non sono causati direttamente dal
virus quanto piuttosto dalla serie di reazioni del sistema immunitario dell’ospite.
Le modalità di produzione delle lesioni chiamano in causa principalmente
due diverse teorie, che si integrano in vari modi nel produrre i tipici
quadri clinici. 1) il virus, entrato nei tessuti attraverso i macrofagi, attira an-
174
ticorpi, frazioni del complemento, neutrofili e macrofagi producendo la tipica
lesione granulomatosa. 2) le lesioni sono il risultato della produzione di
complessi immuni circolanti che si depositano nelle pareti dei vasi (spt. a livello
di rene, uvea, peritoneo) e lì fissano il complemento originando così la
lesione granulomatosa. Si assume che questi complessi antigene-anticorpo
siano riconosciuti dai macrofagi ma non siano presentati alle cellule killer e
distrutti. Le lesioni endoteliali che ne conseguono producono una vasculite
immuno-mediata che è responsabile di una essudazione ricca di componenti
proteiche.
Le caratteristiche cliniche della malattia rispecchiano la patogenesi delle
lesioni ed i segni apprezzabili sono variabili in dipendenza della capacità di
risposta dell’ospite. Si distinguono classicamente una forma essudativa (o
umida), una forma non essudativa (o secca) e una forma mista. In realtà questa
distinzione è più per scopi didattici che reale, in quanto si è dimostrato che
le due forme coesistono pressoché sempre in proporzioni diverse. La forma
“essudativa” è caratterizzata da ascite e versamento toracico e/o pericardico.
Alla palpazione dell’addome possono essere avvertite anse fluttuanti o linfonodi
ingrossati. Questa forma non comporta di solito sequele neurologiche
clinicamente apprezzabili, anche se sono state documentate istopatologicamente
lesioni microscopiche al SNC. Tipicamente, il versamento peritoneale
è costituito da un trasudato modificato o da un franco essudato ad elevato contenuto
proteico per la lata concentrazione di γ-globuline. La componente cellulare
è invece modesta.
Circa il 30% dei gatti con FIP presenta segni a carico del SNC e, di norma,
questi soggetti presentano la forma “secca”. I segni clinici sono diversi e,
nella loro espressione, riflettono le lesioni nei diversi settori del SNC. Tra i
più comuni riscontrati, si hanno i segni a carico del tronco cerebrale, del cervelletto
e del midollo spinale. In particolare, vengono segnalate alterazioni
depressive dello stato mentale, atassia dei quattro arti, nistagmo patologico,
tetraparesi, segni cerebellari quali i tremori intenzionali e le alterazioni dell’equilibrio.
Di frequente riscontro è la corioretinite. La diagnosi ante mortem
non è sempre facile e si fonda sulla presenza di segni clinici e laboratoristici,
nessuno dei quali patognomonico. Oltre che i segni clinici descritti (a decorso
subacuto-progressivo), i gatti con FIP di norma presentano una grave iperprotidemia
(fino a 12 g/dL) e ipergammaglobulinemia, titoli positivi di anticorpi
anti-coronavirus, alterazioni del liquido cerebrospinale (LCS) in termini
di aumento notevole della concentrazione proteica (50-350 mg/dL) e del
rinvenimento di una marcata pleocitosi mista (>100 cell/μl). Alla Risonanza
Magnetica, si può evidenziare una presa di contrasto a livello di strutture periventricolari.
Per la diagnosi della FIP, si ritiene più utile l’esame del LCS
che non la diagnostica per immagini avanzata, anche se spesso nei gatti col-
175
piti da FIP la raccolta del LCS può rivelarsi estremamente problematica per
le caratteristiche di alta viscosità del liquido stesso.
La prognosi, soprattutto per le forme di FIP neurologica, è pressoché invariabilmente
infausta nonostante i tentativi terapeutici, volti a ridurre l’abnorme
risposta immunitaria con dosi immunosoppressive di steroidi. Diversi
studi sono stati effettuati su farmaci antivirali, quali la ribavirina, l’ω-interferone
umano e l’ω-interferone felino, con risultati scoraggianti.
Virus dell’immunodeficienza felina (FIV)
Il virus dell’immunodeficienza felina è un virus in condizioni naturali
scarsamente neurotropo che di norma produce infezioni subcliniche, anche se
sono stati descritti casi caratterizzati da deficit neurologici specifici. Tra questi,
sono state documentate soprattutto alterazioni del comportamento, abnorme
aggressività, disorientamento, iperattività e convulsioni. Il virus, in condizioni
sperimentali, è in grado di produrre lezioni nervose, servite a modello
per lo studio dell’AIDS nell’uomo. È opinione comune che le forme cliniche
di FIV nervosa siano dovute piuttosto all’azione di agenti opportunisti, quali
il toxoplasma o il virus della FIP, piuttosto che non al virus stesso. Sono state
segnalate lievi alterazioni del LCS (modica pleocitosi mononucleata) sia
nella forma spontanea che in quella sperimentalmente indotta
Virus della leucemia felina (FeLV)
In letteratura esistono solo sporadiche segnalazioni di lesioni neurologiche,
soprattutto iperestesia, paraparesi e atassia, imputabili all’infezione con
FeLV.
Polioencefalomielite felina
La Polioencefalomielite felina è descritta come malattia cronica-subacuta
ad eziologia sconosciuta che colpisce gatti giovani e adulti. Diversi autori, dopo
che sono stati escluse le responsabilità di virus quali FIV, FeLV e FIP, ritengono
che la malattia possa essere causata da un Borna-like Virus. La malattia
si presenta istopatologicamente come una polioencefalomielite non
suppurativa variamente caratterizzata da atassia, perdita dell’equilibrio, nistagmo,
alterazioni del comportamento e convulsioni. Anche se l’esame del
LCS può essere modicamente alterato, la diagnosi definitiva è istopatologica.
176
Toxoplasmosi
Nonostante la toxoplasmosi sia sempre associata al gatto, in quanto ospite
definitivo del parassita, la toxoplasmosi raramente produce nel gatto sindromi
cliniche a carico del SN. Quando questo accade, spesso la toxoplasmosi è
l’espressione di un germe di irruzione secondaria in un soggetto affetto da
FIV o in condizioni di immunodeficienza.
Ascessi cerebrali
Gli ascessi cerebrali rappresentano un’evenienza sporadica che può derivare
sia da una diffusione metastatica (endocarditi, focolai pneumonici) che
dall’estensione di un processo settico a carico dell’orecchio medio-interno,
dell’occhio e dei seni, nonché da fatti traumatici come i morsi penetranti di
altri animali. La diagnosi deriva dalla visualizzazione di una lesione tipicamente
caratterizzata da un core necrotico e da un vallo periferico che di norma
acquisisce contrasto sia alla TC che alla RMN.
PROTOCOLLO DIAGNOSTICO
I passi diagnostici successivi, finalizzati alla conferma del sospetto di malattia
infiammatoria del SNC e alla sua individuazione eziologica, comprendono
essenzialmente l’esecuzione di esami del sangue, comprendendo tra
questi le indagini sierologiche, ma soprattutto dell’esame del liquido cerebrospinale
(LCS). Altri ausili diagnostici, quali la diagnostica per immagini avanzata
(Tomografia Computerizzata e Risonanza Magnetica Nucleare) trovano
ragione di essere soprattutto per la conferma o l’esclusione di altre ipotesi cliniche
diagnostico-differenziali.
L’esame emocromocitometrico
quasi mai alterazioni significative, in quanto la maggior parte delle malattie
infiammatorie del SNC del gatto decorre senza un apprezzabile interessamento
sistemico. Fa eccezione la FIP in quanto, nel corso di questa malattia
è possibile rilevare una serie di alterazioni che costituiscono un importante
tassello nella costruzione conclusiva dell’ipotesi eziologica. In corso di FIP è
infatti usuale rinvenire un notevole aumento delle proteine sieriche, imputabile
soprattutto ad un aumento delle frazioni beta e gamma globulinica. Questo
aumento delle proteine totali è spesso associato ad una ipoalbuminemia,
frutto della concomitante glomerulopatia, di frequente riscontro nei soggetti
affetti da FIP.
177
In corso di malattia infettiva del SN del gatto, gli esami del sangue rivestono
importanza soprattutto nel settore della
di estrema utilità per rilevare presenza diretta dell’antigene (come
nel caso della FeLV) o di anticorpi (nel caso di FIV, FIP e toxoplasma). Deve
essere sottolineato che il ritrovamento di anticorpi anto-coronavirus non conferma
affatto la presenza di FIP.
Il prelievo e
strumenti diagnostici più importanti nell’approccio alle malattie infiammatorie
del SNC. Dal punto di vista patogenetico, queste malattie sono accomunate dall’infiltrazione
di leucociti provenienti dal circolo ematico nelle strutture del SNC
e dalla possibile compresenza di alterazioni della membrana ematoencefalica. Entrambi
questi aspetti possono essere documentati nelle alterazioni della composizione
del LCS, in particolare nell’aumento della componente proteica e cellulare.
Nella maggioranza dei casi, la presenza di un aumento del numero di cellule (
nel LCS, associata di solito anche ad un aumento delle proteine, permette
in primis di confermare il sospetto di una malattia infiammatoria del SNC, ed in
seguito di orientare ulteriormente la diagnosi verso una specifica malattia. Da questa
finalità deriva l’importanza di determinare la quantità e il tipo di cellule presenti
nel LCS. Le pleocitosi marcate riflettono di norma non solo l’interessamento
del tessuto nervoso, ma anche della componente meningea. L’esame del LCS è
particolarmente utile nel confermare il sospetto diagnostico di FIP. In questo caso
il LCS si presenterà di aspetto torbido e caratterizzato da una cospicua presenza di
proteine (soprattutto globuline) oltre che da una marcata pleocitosi mista, costituita
da neutrofili e mononucleati e, in qualche sporadico caso, eosinofili.
ed il profilo biochimico non presentanosierologia, dove si possono dimostrarel’analisi del liquido cerebrospinale (LCS) rappresentano uno deglipleocitosi)DECORSO E POSSIBILITÀ TERAPEUTICHE
Nonostante i progressi compiuti nel settore, la diagnosi e, di conseguenza,
la terapia delle malattie infettive/infiammatorie del SN del gatto presentano
ancora molti aspetti non chiariti e, per certi versi, frustranti. Per definizione,
in mancanza di adeguata terapia, la progressione dei sintomi clinici è continua
e ingravescente. Va sottolineato che la prognosi in caso di encefalite di
qualsiasi natura è sempre fortemente riservata; in aggiunta, non potendo sempre
arrivare ad una diagnosi definita, anche le scelte terapeutiche sono spesso
orientate in base ad elementi diagnostici non conclusivi.
Bibliografia disponibile a richiesta presso l’autore
Indirizzo per la corrispondenza:
Gualtiero Gandini, Dipartimento Clinico Veterinario - Via Tolara di Sopra, 50
40064 Ozzano Emilia (BO) - E -mail: gualtiero.gandini@unibo.it
La grande medicina a base di erbe del Dr. imoloa è il rimedio perfetto per la cura del virus dell'HIV, mi è stato diagnosticato l'HIV per 8 anni e ogni giorno sono sempre alla ricerca di un modo perfetto per sbarazzarmi di questa terribile malattia poiché sapevo sempre che ciò di cui avevamo bisogno perché la nostra salute è proprio qui sulla terra. Quindi, nella mia ricerca su Internet, ho visto diverse testimonianze su come il Dr. imoloa è stato in grado di curare l'HIV con la sua potente medicina a base di erbe. Ho deciso di contattare quest'uomo, l'ho contattato per la fitoterapia che ho ricevuto tramite il servizio di corriere DHL. E mi ha guidato su come. Gli ho chiesto soluzioni per bere l'erboristeria per due settimane buone. e poi mi ha incaricato di andare a fare il check up che ho fatto. ecco, ero (HIV NEGATIVO). Grazie a Dio per il dottor Imoloa ha usato la sua potente medicina erboristica per curarmi. ha anche cure per malattie come: malattia di Parkison, cancro vaginale, epilessia, Disturbi d'ansia, Malattia autoimmune, Mal di schiena, Distorsione alla schiena, Disturbo bipolare, Tumore al cervello, Maligno, Bruxismo, Bulimia, Malattia del disco cervicale, Malattia cardiovascolare, Neoplasie, cronica malattie respiratorie, disturbi mentali e comportamentali, fibrosi cistica, ipertensione, diabete, asma, artrite autoimmune mediata infiammatoria. malattia renale cronica, malattia infiammatoria articolare, mal di schiena, impotenza, spettro dell'alcool feta, disturbo distimico, eczema, cancro della pelle, tubercolosi, sindrome da affaticamento cronico, costipazione, malattia infiammatoria intestinale, cancro alle ossa, cancro ai polmoni, ulcera alla bocca, cancro alla bocca, corpo dolore, febbre, epatite ABC, sifilide, diarrea, malattia di Huntington, acne alla schiena, insufficienza renale cronica, malattia da addison, dolore cronico, malattia di Crohn, fibrosi cistica, fibromialgia, malattia infiammatoria intestinale, malattia delle unghie fungine, malattia di Lyme, malattia di Celia, linfoma , Depressione maggiore, melanoma maligno, mania, meloreostosi, malattia di Meniere, mucopolisaccaridosi, sclerosi multipla, distrofia muscolare, artrite reumatoide, morbo di Alzheimer email-drimolaherbalmademedicine@gmail.com / call or whatssapp ............ . + 2347081986098
RispondiElimina